Il centrale di Bizzarone tra i protagonisti assoluti del successo azzurro al Mondiale «Arrivo da due anni difficili, ho rincorso un’Olimpiade e sono qui grazie a famiglia e amici»
Simone Anzani è campione del mondo. Insieme alla Nazionale italiana di pallavolo, il centrale di Bizzarone ha coronato l’impresa di bissare il titolo del 2022, battendo in finale la Bulgaria per 3-1 e aggiungendo l’ennesima prestigiosa medaglia d’oro in bacheca.
Che palmarès a 33 anni
A 33 anni, il palmarès del comasco conta, oltre ai due titoli mondiali, un oro e un bronzo agli Europei, un argento in Volleyball Nations League, ma anche tre campionati italiani, tre Coppe Italia, due Supercoppe italiane, un Mondiale per club, per citare solo i principali.
Questo Mondiale, però, se possibile, ha un sapore diverso. Giunto dopo un biennio complicato a livello di salute, che lo ha costretto a saltare il sogno delle Olimpiadi e a riprendersi, poi, ogni minuto in campo e ogni occasione con tenacia e caparbietà.
Proprio a questo periodo è dedicato il pensiero di Anzani poco dopo la vittoria della finale. «E’ un’emozione incredibile – ha commentato – Arrivo da die anni dove ho rischiato di smettere di giocare, ho rincorso un’Olimpiade che era il mio ultimo obiettivo e ora sono qui, grazie alla mia famiglia, a mia moglie, alle mie bambine, ai miei genitori, a mia sorella e ai miei amici che non mi hanno mai lasciato solo. Questa vittoria è per loro, per l’amore e la pazienza. Il giorno più bello della mia vita è la nascita delle mie figlie, ma sportivamente parlando, ora, ce ne sono due».
Un’ultima dedica è andata al compagno Daniele Lavia, costretto, come Anzani alle Olimpiadi, a seguire la spedizione da lontano. «Daniele, questa p per te – ha dichiarato il centrale azzurro -. Lo sai quanto ci sei mancato e quanto avevamo bisogno di te, ti dedichiamo questa vittoria».
E anche il Mondiale di Anzani, in qualche modo, è lo specchio della fame di un giocatore che non molla mai, che è capace di cadere, rialzarsi e riprendersi tutto.
La firma
Perché nel titolo dell'Italia la firma del comasco c’è eccome, soprattutto nei momenti più importanti. Partito titolare nelle prime due partite del girone, è stato a guardare, su decisione di coach Ferdinando De Giorgi nella terza contro il Belgio, negli ottavi con l'Argentina e nei quarti, di nuovo con il Belgio.
Poi, nel momento più delicato della semifinale con la Polonia, è stato gettato nella mischia, ha preso per mano i compagni ed è stato fondamentale nella rimonta del terzo set.
Confermato in finale, ha chiuso con nove punti (frutto di sette attacchi e due muri vincenti) tra cui l'ultimo, decisivo, che lo ripaga di tutti gli sforzi fatti.
Fonte: La Provincia – martedì 30 settembre 2025